GLI ITALIANI DI BRIGHTON E LA SITUAZIONE NEL NOSTRO PAESE
Quali che siano i nostri rispettivi punti di vista all’interno del nostro gruppo, non possiamo non rilevare la situazione di generale peggioramento in cui versa il nostro paese, che condiziona fortemente la nostra azione. L’Italia non solo stenta a decollare ma è tornata in recessione.
Il peggioramento delle condizioni di vita degli italiani - sia quelli in patria, sia dei neo-immigrati - e la natura controversa, autolesionista, disgregatrice e di basso profilo della nuova emigrazione è il quadro in cui ci troviamo ad operare. Ma non c’è solo questo, purtroppo.
In questi giorni si gioca una partita cruciale per le sorti del nostro paese. Con l’avvento di Renzi al governo del paese io sono stato tra quelli che avevano riposto qualche speranza nell’ex sindaco di Firenze, specie dopo la decisione del bonus che per la prima volta restituì ai lavoratori uno sconto sulle detrazioni fiscali e segnò una inversione di tendenza mai vista prima; seguì poi la decisione di tassare i redditi più alti, e oggi, la decisione di restituire il TFR (la liquidazione) ai lavoratori e di tagliare le pensioni d’oro, con un prestito forzoso da destinare a coloro che la pensione non la percepiscono affatto (gli esodati).
Ero convinto che fosse sbagliato bloccare il percorso delle riforme e mettere il bastone tra le ruote di questo governo. Ma quell’apertura di credito nei confronti di Renzi ormai volge al termine, così come la speranza di cambiamento che lui ha comunque rappresentato, almeno per qualche tempo.
Come con Monti e con Letta, anche questa esperienza di governo giunge al capolinea. Questa improbabile collaborazione di governo tra destra e sinistra, tra ex berlusconiani e neoconservatori cattolici non è il compromesso catto-comunista che si paventava qualche decennio fa, ma qualcosa di molto peggio, che rischia di disperdere il patrimonio della sinistra. La scomparsa dell’Unità, giornale un tempo diffusissimo tra gli emigrati italiani all’estero, è il segnale che tutto ciò sta già avvenendo.
Ovviamente, sul PD, Renzi e il suo governo, mi auguro di essere in errore. Ma i violenti contrasti dentro il PD di cui abbiamo notizia ogni giorno, tra sindacato e governo, confermano purtroppo questa tendenza. Mi auguro che la sinistra torni a ricompattarsi su valori comuni.
Dal canto nostro, è bene che anche noi tornare a riflettere su cosa debbano essere le nostre priorità per sforzarci di ridefinire - riscrivere se è il caso - i valori che ci contraddistinguono. Perché è così importante e urgente fare questo ? Perché questo dovrebbe interessare noi italiani d’Inghilterra?
Il PD è il primo partito degli italiani d’Inghilterra. In questo partito esiste una tradizione decennale - che risale agli anni del PCI - che ripone un’attenzione particolare ai temi degli italiani all’estero: io stesso ho fatto parte della delegazione dei Democratici di Sinistra del Regno Unito al Congresso di Torino del 2000, e conosco molti dei dirigenti dell’attuale PD-Italiani del Mondo che ritengo persone di alto profilo. Il nostro gruppo si onora di annoverare al proprio interno un paio di senatori eletti nella Circoscrizione Estero.
Sono passati solo pochi anni dalla sciagurata stagione berlusconiana, caratterizzata da significativi tagli alle risorse destinate agli italiani all’estero. Da Letta in poi, vi è stata una positiva ripresa rispetto alle politiche a favore degli italiani all’estero.
Ho rispetto per la storia della sinistra italiana e mi duole assistere al suo declino. Nello stesso tempo, guardo con interesse ai possibili scenari futuri e al ruolo che noi italiani all'estero/in Inghilterra possiamo giocare. L'attenzione è oggi più che mai rivolta al superamento della crisi del lavoro nel nostro paese più che alla fedeltà per un particolare schieramento politico: ecco perché questo gruppo è aperto a tutti e io dialogo con tutti.
Le mie riflessioni personali potranno non interessare i più, ma considero nondimeno importante lo sforzo di capire dove va il nostro paese e la riflessione su quale debba essere il nostro ruolo di italiani all'estero / in Inghilterra. Negli altri gruppi di Brighton questo non avviene. Peccato che la partecipazione ai nostri dibattiti rimanga scarsa.
E’ bene che noi italiani d’Inghilterra torniamo a riflettere su quali debbano essere le nostre priorità e sforzarci di ridefinire - riscrivere se è il caso - i valori che ci contraddistinguono. Questo è tanto più importante allorché si aggrava la crisi del nostro paese, che non è solo economica ma di culturale e di valori di riferimento.
Le aspettative sono tante. Tanti sono anche i problemi e gli errori commessi in passato. Tuttavia, i valori che ci animano sono gli stessi di 20 anni fa, quando io e un nugolo di italiani di Brighton fondammo l’Associazione Italiani del Sussex.
Il nostro augurio è che la parte più sana e sensibile della nostra comunità si unisca a noi per portare avanti battaglie di civiltà e di progresso.
EG
Il peggioramento delle condizioni di vita degli italiani - sia quelli in patria, sia dei neo-immigrati - e la natura controversa, autolesionista, disgregatrice e di basso profilo della nuova emigrazione è il quadro in cui ci troviamo ad operare. Ma non c’è solo questo, purtroppo.
In questi giorni si gioca una partita cruciale per le sorti del nostro paese. Con l’avvento di Renzi al governo del paese io sono stato tra quelli che avevano riposto qualche speranza nell’ex sindaco di Firenze, specie dopo la decisione del bonus che per la prima volta restituì ai lavoratori uno sconto sulle detrazioni fiscali e segnò una inversione di tendenza mai vista prima; seguì poi la decisione di tassare i redditi più alti, e oggi, la decisione di restituire il TFR (la liquidazione) ai lavoratori e di tagliare le pensioni d’oro, con un prestito forzoso da destinare a coloro che la pensione non la percepiscono affatto (gli esodati).
Ero convinto che fosse sbagliato bloccare il percorso delle riforme e mettere il bastone tra le ruote di questo governo. Ma quell’apertura di credito nei confronti di Renzi ormai volge al termine, così come la speranza di cambiamento che lui ha comunque rappresentato, almeno per qualche tempo.
Come con Monti e con Letta, anche questa esperienza di governo giunge al capolinea. Questa improbabile collaborazione di governo tra destra e sinistra, tra ex berlusconiani e neoconservatori cattolici non è il compromesso catto-comunista che si paventava qualche decennio fa, ma qualcosa di molto peggio, che rischia di disperdere il patrimonio della sinistra. La scomparsa dell’Unità, giornale un tempo diffusissimo tra gli emigrati italiani all’estero, è il segnale che tutto ciò sta già avvenendo.
Ovviamente, sul PD, Renzi e il suo governo, mi auguro di essere in errore. Ma i violenti contrasti dentro il PD di cui abbiamo notizia ogni giorno, tra sindacato e governo, confermano purtroppo questa tendenza. Mi auguro che la sinistra torni a ricompattarsi su valori comuni.
Dal canto nostro, è bene che anche noi tornare a riflettere su cosa debbano essere le nostre priorità per sforzarci di ridefinire - riscrivere se è il caso - i valori che ci contraddistinguono. Perché è così importante e urgente fare questo ? Perché questo dovrebbe interessare noi italiani d’Inghilterra?
Il PD è il primo partito degli italiani d’Inghilterra. In questo partito esiste una tradizione decennale - che risale agli anni del PCI - che ripone un’attenzione particolare ai temi degli italiani all’estero: io stesso ho fatto parte della delegazione dei Democratici di Sinistra del Regno Unito al Congresso di Torino del 2000, e conosco molti dei dirigenti dell’attuale PD-Italiani del Mondo che ritengo persone di alto profilo. Il nostro gruppo si onora di annoverare al proprio interno un paio di senatori eletti nella Circoscrizione Estero.
Sono passati solo pochi anni dalla sciagurata stagione berlusconiana, caratterizzata da significativi tagli alle risorse destinate agli italiani all’estero. Da Letta in poi, vi è stata una positiva ripresa rispetto alle politiche a favore degli italiani all’estero.
Ho rispetto per la storia della sinistra italiana e mi duole assistere al suo declino. Nello stesso tempo, guardo con interesse ai possibili scenari futuri e al ruolo che noi italiani all'estero/in Inghilterra possiamo giocare. L'attenzione è oggi più che mai rivolta al superamento della crisi del lavoro nel nostro paese più che alla fedeltà per un particolare schieramento politico: ecco perché questo gruppo è aperto a tutti e io dialogo con tutti.
Le mie riflessioni personali potranno non interessare i più, ma considero nondimeno importante lo sforzo di capire dove va il nostro paese e la riflessione su quale debba essere il nostro ruolo di italiani all'estero / in Inghilterra. Negli altri gruppi di Brighton questo non avviene. Peccato che la partecipazione ai nostri dibattiti rimanga scarsa.
E’ bene che noi italiani d’Inghilterra torniamo a riflettere su quali debbano essere le nostre priorità e sforzarci di ridefinire - riscrivere se è il caso - i valori che ci contraddistinguono. Questo è tanto più importante allorché si aggrava la crisi del nostro paese, che non è solo economica ma di culturale e di valori di riferimento.
Le aspettative sono tante. Tanti sono anche i problemi e gli errori commessi in passato. Tuttavia, i valori che ci animano sono gli stessi di 20 anni fa, quando io e un nugolo di italiani di Brighton fondammo l’Associazione Italiani del Sussex.
Il nostro augurio è che la parte più sana e sensibile della nostra comunità si unisca a noi per portare avanti battaglie di civiltà e di progresso.
EG