RISTORANTE "LA FAMIGLIA", Lewes.
Il piccolo ristorante “La Famiglia” si trova a pochi passi dal centro storico di Lewes, non lontano dagli uffici comunali.
A detta del proprietario, Mauro Lazzati di Varese, questo è l'unico ristorante italiano di Lewes, poiché l'altro, come è ormai una consuetudine qui in Inghilterra, di italiano ha solo il nome e neanche il menu. Quella di Mauro è la storia di tanti italiani approdati nel Regno Unito con pochi soldi e tanti progetti. Avevo incontrato Mauro Lazzati quando era cameriere al ristorante italiano “Il Tortellino” di Lewes. Quando chiuse nel 2002, Mauro, grazie alla sua esperienza accumulata in anni di lavoro nella ristorazione, decise di avviare una propria attività. Non capita tutti i giorni un italiano così intraprendente! Gli abitanti di Lewes, diversamente da quelli di Brighton, passano un po’ per snob e tardo-aristocratici. Il giudizio, per quanto ingeneroso, non è poi tanto lontano dalla verità. Così il nostro Mauro si è dovuto adeguare ai gusti del luogo. Nel giro di pochi mesi “La Famiglia” è diventato l’unico ristorante italiano in città degno di questo nome! E’ il 26 Ottobre. Io e Julie decidiamo di pranzare a “La Famiglia”. Entrati, ci accorgiamo che il ristorante è davvero piccolo! Quasi tutti i tavoli sono da due e la capienza è di poco più di 30 coperti. In compenso è accogliente. Approfittiamo della sbalorditiva offerta (£ 5 per un pasto: pizza, oppure pasta, e una bibita compresa nel prezzo!) e ci tuffiamo a pesce… anche se non fa parte del menù! Nel ristorante non c’è Mauro che, a quanto pare, è in vacanza con la famigliola. Ci sono i due camerieri, un polacco e una ragazza inglese. Lo chef? Inglese! “Ahi, cominciamo bene!” Esclamo io, tra me e me, da tipico italiano burino che pensa che il cuoco di un ristorante italiano debba essere rigorosamente italiano (neanche italo-inglese!), perché nessuno cucina meglio di un italiano! Non è il caso di controllare il passaporto. Mi fido della parola del cameriere polacco: “Il nostro cuoco è inglese, ma è molto bravo!” precisa. Poi mi ricordo dei commenti positivi che “La Famiglia” aveva ricevuto sul sito dei ristoranti italiani di Lewes e mi tranquillizzo. Il ragazzo polacco è molto affabile. Dopo esserci seduti ad un tavolo vicino alla finestra con vista su una delle caratteristiche stradine del vecchio centro storico, “intavoliamo” una conversazione con il giovane. “Parla un inglese dal forte accento polacco”, bisbiglio. Julie mi zittisce subito e mi apostrofa: “Meglio del tuo!”… Touché! La musica di sottofondo è, ahinoi, quella di Claudio Villa. Decisamente, non è delle più invitanti. Lo faccio presente al cameriere polacco che capisce, cambia CD e mette su una vecchia, brutta canzone del compianto Mino Reitano. Lo guardo con sguardo leggermente contrariato. “No bbuono” gli faccio cenno col dito con una frase alla Andy Luotto. Il cameriere annuisce e ci riprova. Questa volta ci azzecca! Sulle note di una canzone di Irene Fornaciari, figlia del più noto Zucchero, azzardo un… “Conosco bene questa cantante!” In effetti, ebbi occasione di incontrare Irene all’aeroporto di Linate anni fa e di assistere ad uno dei suoi memorabili concerti al Palatrussardi di Milano, in uno di quei rari concerti “gratis” delle vecchie feste dell’Unità, a cui sia io che Julie abbiamo avuto la fortuna di assistere. “Great!” Esclama Julie con un sorriso di evidente approvazione! Entrambi amiamo Irene Fornaciari e il suo stile Rhythm and Blues scoppiettante... che ha evidentemente ereditato dal padre! Ma non siamo qui per parlare della musica nel locale, anche se per me è importante quasi quanto la qualità dei piatti, perché fa parte dell’atmosfera del locale e incide sulla valutazione finale. Il cameriere polacco, che nella vita fa il tecnico del suono, sembra colpito dalla mia notazione musicale che mette in luce una discreta conoscenza della canzone italiana. Mi dice che i clienti in genere preferiscono la musica tradizionale italiana, oppure non ci fanno molto caso. E’ raro, aggiunge, che tra i clienti vi sia uno che se ne intende di musica italiana come lei! Resto lusingato! Aggiunge: “Anche il proprietario, come tutti i ristoratori italiani, predilige il genere tradizionale: Claudio Villa, Nilla Pizzi (che pizza!), al massimo Ramazzotti, che almeno è anche il nome di un amaro! De Andrè? Mai sentito nominare. E’ il momento di ordinare. Il menù, visto il prezzo, è limitato ma interessante. Noto con piacere che non ci sono errori di ortografia nel menù, tipo “capucino” o “oregano”, ormai così frequenti nei menù dei sedicenti ristoranti italiani. Opto per un piatto di “Tagliatelle al Salmone”, mentre Julie si butta sul tradizionale: "Pizza con Olive e Funghi". Il servizio è rapido, anche perché a quell’ora (è ora di pranzo) ci siamo solo noi nel ristorante! Arriva la pizza. Ha un diametro di circa 20 cm., la metà di quelle che siamo abituati a mangiare io e Julie. Lei, Julie, lo nota subito e mi sussurra in un orecchio: “Mi pare più una focaccia che una pizza!". La mozzarella è abbondante! Mi guarda con fare sospetto e mi sussurra: " Vuoi vedere che è Cheddar inglese?" Senza indugi, ne gratta via la metà con un gesto che avrebbe fatto inorridire un qualunque seguace del bonton! Arriva il mio piatto di tagliatelle. Il salmone è abbondante, ma fresco e cotto al punto giusto! Ricordo che l’ultima volta che avevo mangiato il salmone cucinato da un inglese ero rimasto intossicato perché non era cotto abbastanza! Questa volta è andata bene! Lo chef inglese sa il fatto suo. Noto che ha usato il pesto anziché il prezzemolo come condimento. Poco male! Non sono uno schizzinoso! Le tagliatelle sono un po’ al dente, ma non mi dispiace. Manca un po’ di sapidità. Evidentemente lo chef non ha rosolato l’aglio nel burro, come faccio io. E’ più sano, d’accordo, ma ne perde un po’ il gusto, che comunque è gradevole. Sorseggio un po’ del vino bianco: è un Pinot Grigio che si “sposa” bene con le tagliatelle. C’è forse un eccesso di olio che rimane sul fondo del mio piatto. Sono quasi tentato di fare “la scarpetta” se non fosse un affronto al galateo. Per evitare figuracce (anch’io ho una mia dignità!… da qualche parte) desisto. Intanto Julie mi guarda un po’ perplessa e mi dice: “La faccio meglio io la pizza! La mia è tre volte più grande, e con i funghi porcini, e l’origano, e l’olio di oliva! E poi, questa è troppo fina!”. Con garbo le faccio notare: "Ma cosa pretendi per £ 5 Sterline!" Ma il suo giudizio non cambia: proprio non le piace questa pizza. Per fortuna l’insalatina è gustosa. Il buffet “self-service” è vario e abbondante. I pomodori e le cipolle sono tagliati in maniera un po’ grossolana, e i ceci (i ceci nell'insalata mista? Un delitto contro l'umanità!) provengono di sicuro da un barattolo, e sono duri come pietre, ma sono dettagli. Prendiamo un caffè. Apprendiamo che viene dall’Australia!! Però è buono: si vede che è tostato all’italiana. Meno male. Tiriamo un sospiro di sollievo. E’ il momento di pagare il conto. Dodici sterline! Un prezzo fantastico! Ma Julie, che ha mangiato solo metà della pizza, ha ancora fame. Appena tornati a casa si avventa su un piatto di “scones”, le tartine dolci-salate di cui gli inglesi sono ghiotti, e li ricopre in maniera indecorosa di panna montata che quasi esce dai bordi del piatto, e li divora in pochi attimi! Le chiedo: “Torneresti da Lazzati? Risposta: “Manco morta!”. Peccato! Andrà meglio la prossima volta. Tagliatelle 7; Pizza 4; Vino 7; Insalata 6; Seconda portata —;Qualità del servizio 7; Rapidità del servizio 6; Quantità delle porzioni 6; Pulizia 7; Caffé 7; Decor del locale 6; Posizione 6; Rapporto qualità-prezzo 7. Totale 73/120 Valutazione finale: ☺☺☺ ☺ = pessimo ☺☺ = insufficiente ☺☺☺ = OK , Così così ☺☺☺☺ = Buono ☺☺☺☺☺ = Eccellente Ernesto Granese |
La Famiglia Restaurant
Review (by Julie Anne Kench) My first impression was that it was a petite restaurant. The service was good and the tables were laid out with a flower each. It looked cosy. What attracted me to go in was the offer of a £4.95 lunch time menu. I ordered a pizza and my partner ordered salmon tagliatelle. A disappointment. My pizza was basically a tortilla style dough, with too much cheese, whole olives and little mushroom. It was also very small. You get a drink free with it, a juice or a fizzy drink, but I don’t feel like we had our moneys worth. I make my own pizza and I think I’ll stick to that in future! * * * LA FAMIGLIA 17 Market Street, Lewes, E. Sussex BN7 2NB 01273 479539 |